Quest'anno si è verificata una radicale spaccatura tra fautori e detrattori del Dog Meat Festival di Yulin, in Cina.
Gli amici degli animali nel paese e all’estero hanno fatto pressioni sugli organizzatori e numerosi personaggi del mondo dello spettacolo hanno usato la propria notorietà per promuove l’abolizione della crudele kermesse.
Quando il festival ha avuto inizio era già notevolmente ridimensionato, anche grazie alla presa di distanza da parte delle autorità locali che hanno sconfessato l’iniziativa.
Carrot Chen, Vice Responsabile del programma Cat and Dog Welfare di Animals Asia, ha indicato sei ragioni per sperare che in futuro il festival vedrà il suo declino.
1) I Social Media hanno portato il dibattito all’attenzione della gente
Le celebrità cinesi sono stati più insistenti del solito nella loro opposizione alYulin Dog Meat Festival. Due mesi prima che avesse inizio l’evento, la discussione era già infuocata in Internet grazie alle attrici Betty Sun Li e Vicki Zhao Wei, che hanno postato su Weibo dei messaggi di condanna a questa pratica.
Il dibattito ha raggiunto il suo punto più alto quando l’attrice Yang Mi ha twittato ai suoi 35 milioni di follower questo messaggio: “I cani sono più leali alle persone di quanto credessi – Penso ai cani come amici e non cibo”, un post che ha ottenuto oltre 75.000 commenti.
2) Il dibattito sul festival è stato più ampio che mai
Quest’anno esperti e persone non direttamente coinvolte nelle questioni di benessere animale hanno fatto sentire in maniera decisa la loro voce di opposizione. Avvocati e medici, sociologi e zoologi hanno pubblicato una lettera aperta per esprimere il loro dissenso contro l'evento.
Il 15 giugno oltre 20 esperti hanno tenuto un seminario a Pechino. In questa circostanza è stato firmato un documento programmatico nel quale si segnalano i reati commessi dall’industria della carne di cane, ricordando che nonostante la sconfessione dell’evento le autorità non sono state in grado di evitare responsabilità nell’organizzazione di una manifestazione viziata da numerose illegalità.
3) Il governo locale ha cambiato idea
Come anche i media hanno rilevato, negli anni passati le autorità politiche di Yulin hanno sempre sostenuto e promosso attivamente il festival, mentre quest’anno c’è stato un approccio differente.
I siti ufficiali hanno diffuso documenti che prendevano le distanze dall’evento, mentre lo staff governativo e gli ufficiali sono stati invitati a stare alla larga dall’iniziativa, screditata anche in una campagna pubblicitaria.
Le autorità locali hanno anche esercitato pressioni sui venditori di cani e i macellai, ricordando loro di vigilare attentamente sul cibo, gli allevamenti e la pubblica sicurezza alimentare – in pratica invitandoli a non chiudere un occhio sulle questioni di igiene così problematiche nell’industria della carne. In un ultimo tentativo di scoraggiare i venditori di carne di cane, è stato ordinato ai ristoranti di rimuovere ogni riferimento ai “cani” nelle insegne.
4) La controversia ha dato un duro colpo ai profitti e ha salvato molte vite animali
In molte città i venditori di carne di cane hanno dovuto registrare un calo ponderale negli affari quest’anno, e il China Daily riporta la seguente dichiarazione del 55 enne Zhou Jian:
“Mio nonno, mio padre e io vendiamo tutti carne di cane. Ho venduto dozzine di cani al giorno l’anno scorso nello stesso periodo ma quest’anno davvero molto pochi.”
A causa della mancanza di regolamenti in gran parte dell’industria della carne di cane, è difficile stabilire cifre estate ma sembra chiaro che il numero di animali macellati quest’anno sia sceso drasticamente. Mentre in passato si superavano i 10.000 esemplari, il Beijing Times riporta che quest’anno ne sono stati uccisi circa 2.000.
5) Il festival ha perso il gusto per il confronto
Se le gesta dei più zelanti venditori di carne di cane si sono fatte notare, molti sono rimasti in disparte. La confusione ha dilagato quando la stampa ha insinuato il dubbio che la manifestazione si fosse già svolta prima della data prevista allo scopo di evitare polemiche. È improbabile che commercianti e avventori abbiano provato a sottrarsi ai rumor riunendosi in piccolo gruppi isolati. Molti, come suggerisce lo slogan nei poster diffusi dalle autorità politiche, hanno semplicemente detto “addio alle cattive tradizioni”.
Inoltre, proprio per le avvertenze sulla sicurezza alimentare diramate dai media, mangiare carne di cane è parso subito poco appetibile.
6. La campagna per proibire il festival l’anno prossimo comincia da qui
Anche se il festival si è tenuto ugualmente, non ci sono dubbi che i veri vincitori morali sono stati tutti i suoi oppositori, nel paese e fuori. Mentre continuiamo a batterci per denunciare queste crudeltà, constatiamo che sono stati fatti enormi passi in avanti.
Con il vento in poppa è necessario non mollare, assicurandoci che i nostri sforzi proseguano e sostenendo con una donazione la nostra campagna per il benessere di cani e gatti.