STOP VIVISECTION, l’iniziativa popolare promossa da un comitato di cittadini europei e sostenuta anche da Animals Asia, nata per chiedere alla Commissione Europea di mettere fine alla sperimentazione animale, è stata rigettata.
Nonostante l’incredibile impegno profuso, oltre 1.173.000 le firme raccolte, e l’eccezionale mole di prove presentate - ogni anno nei laboratori europei vengono utilizzati 1.200.000 animali, 137 animali ogni 10 minuti soffrono a causa di esperimenti dolorosi e crudeli.
Stop Vivisection offriva per la prima volta ai cittadini l’opportunità di dire NO alla sperimentazione animale, chiedendo all’Unione Europea di promuovere un approccio scientifico alternativo mirato alla protezione degli esseri umani e alla difesa dei diritti animali.
L’obiettivo era di certo ambizioso per questa Europa che viaggia a corrente alternata e manca decisamente di coraggio e lungimiranza; contro un cartello di ben 150 multinazionali farmaceutiche, armate di pecunia e persuasive lusinghe assai più che di argomenti.
Il tutto si risolve purtroppo, ancora una volta, in vuote dichiarazioni d’intenti; nel consueto e disarmante “vorrei ma non posso”; nell’idea che sia già in opera un processo di phase out ma che al momento sia impossibile rinunciare alla sperimentazione sugli animali – del resto già ampiamente tutelati dalla Direttiva 2010/63/UE, la migliore che si possa immaginare.
Secondo il parere della Commissione Europea, la mancanza di metodi alternativi renderebbe la sperimentazione sugli animali ancora NECESSARIA.
Nonostante questa bruciante sconfitta, la campagna ha avuto l’incredibile merito di portare alla ribalta nell’opinione pubblica europea un tema di cui raramente si sente parlare – superando persino le attese dei suoi promotori.
Il cambiamento muove sempre i suoi primi passi dalla consapevolezza. Noi andremo avanti – until the cruelty ends.