La crescita drammatica del numero di vittime di Covid-19 su scala mondiale ci obbliga a prendere atto delle conseguenze devastanti delle nostre azioni, della nostra crudeltà e insensibilità nei confronti degli animali.
Il Dott. Anthony Fauci, Consigliere Sanitario Nazionale degli Stati Uniti, sulla scia di un coro di nomi e referenze, punta il dito contro i mercati di animali selvatici vivi, considerati la fonte del Covid-19, il virus responsabile della pandemia che sta paralizzando il mondo. Le statistiche evidenziano che circa il 75% delle malattie emergenti che colpiscono l'umanità sono zoonotiche (di origine animale) e provocano miliardi di infezioni e milioni di morti ogni anno. È ora di fare finalmente luce su come vengono trattati gli animali e di renderne conto.
Dalla SARS al Covid-19, dall'Ebola alla MERS all'HIV - il commercio mondiale di animali selvatici è all'origine di tutte queste malattie, e il mondo intero deve assumersi la responsabilità delle tragiche conseguenze che oggi stiamo vivendo.
Live animal market
Io e il team di Animals Asia abbiamo documentato e visitato per oltre 34 anni i mercati di animali vivi in Asia, respirando aria polverosa impregnata di batteri provenienti da gabbie di animali impilate una sopra l'altra, nelle quali i miseri corpi si contendono il poco spazio a disposizione. In questo crogiolo di malattie ha luogo la più feroce forma di maltrattamento su specie selvatiche, domestiche e protette – dall'allevamento, al trasporto, alla sanificazione e alla cura – file interminabili di gabbie dalle quali animali malati e morenti rivolgono al passante sguardi sofferenti dalle sbarre e reti metalliche, mentre spargono le infezioni accumulate a causa dello stress e del maltrattamento subìto.
Feti abortiti da madri stressate vengono lanciati agli animali che muoiono di fame nella gabbia accanto. Cani affetti da parvovirus giacciono proni, fluido impegnato di sangue sgorga dai loro deretani, oppure il muco verde del cimurro scola dai nasi, gabbia contro gabbia con tassi furetto che starnutiscono, civette delle palme mascherate tremanti di paura, gatti affetti da influenza, topi dei bambù devastati dalle pulci, serpenti, tartarughe, asini e vittime sanguinanti a tre zampe, orribilmente mutilate dalla cattura illegale nelle foreste, che zoppicano miseramente cercando di sottrarsi agli umani che brandiscono coltelli e bastoni di legno.
Incredulità e frustrazione oggi nel leggere che cosiddetti esperti da salotto che all'estero cercano di giustificare il commercio di animali selvatici. La più grande ingiustizia nei confronti degli animali e dell'umanità è perpetrata da chi si oppone alla chiusura di questi mercati ripugnanti e antigenici, vanificando così gli sforzi di coloro che chiedono a gran voce che tutto ciò abbia termine. L'argomentazione usata per mantenerli aperti è che se fossero aboliti il traffico illegale di animali potrebbe finire nelle mani del crimine organizzato. Il traffico è già controllato dal crimine organizzato! Meglio, molto meglio spendere milioni, o anche miliardi per sconfiggere definitivamente questo commercio ora, piuttosto che spendere trilioni nella prossima pandemia causata dalle stesse componenti disfunzionali e in gran parte corrotte del commercio di animali selvatici.
Cage after cage, packed with dogs trucked to market
Lascia ancora più perplessi la richiesta di introdurre delle norme migliorative sul mercato di animali selvatici che tengano in considerazione il benessere animale. Basta solo vedere uno dei video girati in incognito nei macelli legali di tutto il mondo per capire che anche ove sono presenti le normative queste sono malauguratamente disattese. Per quale motivo questi video devono essere registrati di nascosto e perché in quegli ambienti vengono bandite le riprese fotografiche se non c'è niente da nascondere? Credere adesso che coloro che alimentano e gestiscono i mercati di animali selvatici si atterranno alle "norme migliorative" è assai ingenuo e allarmante, quando è chiaro che tutti i tentativi sono falliti dalla SARS in poi. Significa non voler riconoscere che i profitti economici non sono paragonabili al benessere animale e alla riduzione del rischio di diffusione di malattie.
Indubbiamente ci saranno persone che risentiranno pesantemente delle conseguenze della chiusura di questi luoghi di tortura, ma già da ora governi responsabili incentivano e sovvenzionano la crescita di mezzi di sussistenza alternativi, riconoscendo che i virus non fanno differenza tra mercato legale e mercato illegale.
I nostri centri di recupero orsi e il personale che li gestisce in Cina e in Vietnam sono stati risparmiati dal virus proprio grazie all'ottima gestione e all'osservanza ferrea dei protocolli di biosicurezza che sono sempre stati applicati. I milioni che ci sforziamo di raccogliere ogni anno per assicurarci che gli orsi salvati dalle fattorie della bile vivano sani e felici (entrambi requisiti fondamentali per combattere le malattie) non sono altro che un'assicurazione per gli animali e le persone che tuteliamo.
Non serve un'eccessiva immaginazione per prevedere che quei milioni non verrebbero spesi per la creazione di allevamenti adeguatamente igienizzati e mirati alla cura degli animali selvatici destinati al macello in quelle nazioni dove la legislazione relativa al benessere animale è carente se non addirittura assente. È arrivato il momento di riconoscere il beneficio del dubbio a questi animali - e non lasciare questo compito, ancora una volta, a persone sulla cui onestà non è possibile fare affidamento. Le norme di per sé non significano niente per i milioni di animali stressati e costretti in condizioni disgustose nelle gabbie putride dalle quali spargono malattie.
Masked palm civet caged in a live animal market
Oggi, secondo l'Accademia di Ingegneria Cinese (Chinese Academy of Engineering), il giro d'affari del mercato di animali selvatici in Cina ammonta a 74 miliardi di dollari (inclusa l'industria della pelliccia che rappresenta il 74% del totale). I mercati di animali selvatici devono chiudere per sempre e bisogna prendere atto che le devastanti ripercussioni sociali e finanziarie sorpasserebbero di gran lunga quella cifra se si dovesse verificare un'altra pandemia. Non possiamo più vivere nella paura del ricatto del massimo profitto – la brama di guadagno ha monopolizzato troppo a lungo la nostra salute e il nostro rispetto per la vita, portandoci a costruire un ambiente sempre più tossico i cui polmoni sono anneriti dall'inquinamento delle nostre azioni.
Anche il ridicolizzare le organizzazioni non governative per utilizzare il termini e pratiche che rimandano alla "compassione" è tanto allarmante quanto pericoloso nel clima attuale, è necessario riconoscere che la sanità è di primaria importanza e che è nostro dovere nei confronti dei bambini e delle generazioni future vivere armoniosamente, responsabilmente, in modo salutare e gentile insieme alle creature con le quali condividiamo questo pianeta.
Se prestiamo attenzione al potente messaggio che ci sta lanciando il Covid-19, dobbiamo riconsiderare tutto il nostro stile di vita. Nessun continente, nessuna nazione, nessuna città è immune o senza colpa se riflettiamo sulle azioni che sappiamo di dover mettere in atto, per non rischiare la prossima punizione già incombente.
Un'inversione di rotta è ancora possibile, purché rivediamo le nostre abitudini, il nostro stile di vita e cominciamo il cambiamento nel nostro quotidiano.
L'annuncio che la Cina sta chiudendo questi mercati di animali selvatici e che il consumo di selvaggina sarà bandito rappresenta un segnale di speranza. Tuttavia, in Cina e nel resto del mondo sono rimasti tutti sbigottiti nell'apprendere che per curare i pazienti gravi di coronavirus viene utilizzato un farmaco chiamato Tanreqing, contenente bile di orso. Si usano prodotti ricavati da animali selvatici per combattere un virus letale che risulta essere originato dalla stessa fauna selvatica.
Fermo restando che gli orsi allevati sono inseriti nell'appendice 1 del CITES - l'Agenzia Forestale di Sarawak, in Malesia, riporta come diretta conseguenza della notizia "un'impennata del traffico legato alla caccia illegale degli orsi del sole".
La medicina cinese tradizionale vanta migliaia di anni di storia gloriosa e vaste conoscenze a cui attingere, di pari passo con la filosofia che abbraccia uno stile di vita in armonia con l'ambiente – filosofia che oggi ci viene trasmessa direttamente dal Presidente, che esorta "l'umanità deve vivere in armonia con la natura ed è necessario combattere l'inquinamento". Il presidente Xi in un discorso tenuto due anni fa, nel maggio del 2018, citando Marx e il compagno marxista, Friedrich Engels, profetizzò: "Se l'umanità conquisterà la natura con la scienza e l'innovazione, la natura si prenderà la sua rivincita sull'umanità".
La medicina dovrebbe curare senza creare danno. All'estremo opposto, la stessa azienda che produce il Tanreqing sta effettuando delle ricerche a Shanghai per la produzione di bile sintetica. Chiediamo che vengano introdotte rapidamente fonti alternative etiche e responsabili alla bile, che gli orsi tenuti in cattività vengano liberati dalle loro sofferenze e che vengano salvaguardati tutti gli animali allo stato brado.
Moon bears Ricky and Joey - rescued from a bile farm, now safe at Animals Asia's Vietnam Bear Rescue Centre
Le autorità cinesi stanno anche cominciando a mettere in discussione il consumo di carne di cane. Il nostro Team addetto alla Tutela di Cani e Gatti ed io, consapevoli che la maggior parte della carne consumata proviene da compagni di vita sottratti alle proprie famiglie o dai randagi prelevati per strada, collaboriamo da decenni con le autorità, incoraggiandole ad inasprire le azioni di contrasto al "mercato nero" - responsabile del furto di cani a scopo alimentare. I sondaggi mostrano che una vasta fetta della popolazione cinese è per l'abolizione di questo commercio e appoggia con entusiasmo la notizia. Questo riflette il divieto repentino di consumare carne di cane e gatto imposto dal governo di Shenzhen, convinto che questa decisione rappresenti il "requisito universale di civiltà in una società moderna".
La società di oggi ha fatto della natura un nemico, continuiamo tragicamente ad accusare gli animali, quando dovremmo accusare soltanto noi stessi. Dobbiamo iniziare ad agire diversamente.