Gli orsi non sono solo intelligenti - sono anche divertenti

24 ottobre 2014

Laughing Bear AAF Nov 27 11

Dire che gli orsi sono animali senzienti e intelligenti è un dato di fatto – ma l’esperta di comportamento degli orsi Else Poulsen fa un ulteriore passo in avanti. Lei sostiene che questi animali amano scherzare.


Leggi il suo racconto affascinante sul senso dell’umorismo negli orsi, dove si spiega:

-         La percezione, l'intelligenza e la risposta degli orsi allo scherzo

-         I cuccioli di orso amano giocare, specialmente adorano fare la lotta

-         Gli orsi sorridono come gli esseri umani e si divertono “come i Muppets”

-         Lo strano gioco “testa nella bocca” così divertente per gli orsi

Nel 2012, un impressionante gruppo di 1.996 neuroscienziati ha firmato la Dichiarazione di Cambridge, dove si sostiene che gli animali hanno consapevolezza di sé, possono provare emozioni, risolvere problemi e manipolare l'ambiente a proprio vantaggio.

E fanno tutto questo di proposito!

Anche se può sembrare ovvio, questa dichiarazione è importante per numerevoli ragioni. Per prima cosa, quando circa 2.000 neuroscienziati sostengono che gli animali (e non solo i mammiferi) possiedono substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici degli stati coscienti - insieme alla capacità di avere comportamenti intenzionali - le persone tendono a non contraddirli, in quanto la neuroscienza si basa più su prove misurabili che su opinioni.  In secondo luogo, tale dichiarazione è di grandissimo aiuto per chi si prende cura degli animali come me e lo staff di Animals Asia - che abbiamo trascorso molto tempo cercando di spiegare che gli orsi sono realmente esseri senzienti.

A white spirit bear fishing in the Great Bear Rainforest 4

Tutti gli orsi hanno un gran numero di capacità che permettono loro di affrontare le sfide che un ambiente complesso implica, in termini di stimoli sensoriali che devono essere colti, comprensione e scelta dei comportamenti da mettere in atto minuto per minuto. Guardando le foto di un orso Kermode (una sottospecie di orso nero americano) che pesca nella Great Bear Rainforest nella Columbia Britannica, Canada, le doti che sembrano venire fuori sono la buona mira, l’udito, il gusto, il tatto, l’olfatto, la riflessione, la capacità di concentrazione, l’equilibrio, l’emozione, la fame, il movimento, il successo e la capacità di risolvere i problemi. Gli orsi in cattività sono geneticamente dotati delle stesse, numerose, capacità di percepire, ragionare e agire.*

Coloro che si occupano degli orsi hanno l’opportunità non frequente di seguire sul campo biologi, neuroscienziati e psicologi. Essi si prendono cura degli stessi orsi giorno dopo giorno e imparano a conoscerli come singoli individui con la propria personalità. Questo succede quando la complessità del comportamento animale diventa evidente, un po’ come accade quando conoscete il vostro cane.

A white spirit bear fishing in the Great Bear Rainforest 5

Si sa che i cuccioli di orso amano fare la lotta, come è stato più volte riscontrato nella stragrande maggioranza di esemoplari monitorati. Si pensa che il gioco-lotta possa servire a numerosi scopi, come preparare il cucciolo per le azioni difensive o offensive quando sarà adulto, contribuire a sviluppare e mantenere la massa muscolare, prepararlo alla complessità ambientale necessaria per lo sviluppo di una mente sana. Il comportamento giocoso dei cuccioli di orso è osservabile in natura e non si devono conoscere gli animali particolarmente bene per comprendere questo loro modo di fare. Anche se non possiamo chiedere direttamente ai cuccioli se amano questa attività, si suppone che siano come quando noi eravamo bambini amano divertirsi icosì. Pertanto, un giorno mi sono trovata a pensare se anche gli orsi potessero o meno condividere con la nostra specie la capacità di scherzare.*

Allo zoo di Calgary, in Canada, ho lavorato a stretto contatto con una coppia, maschio e femmina, di orso grizzly: Skoki e Khutzy. Skoky era enorme, un esemplare di 10 anni nato allo stato brado e prelevato dal Banff National Park in quanto orso "problematico". Anche se aveva preso parte a numerosi furti di cibo, la sua ultima bricconata era consistita in una visita in pieno giorno a un panificio nel borgo di Lake Louise. Khutzy era una esuberante femmina di orso di 10 anni, che pesava la metà di Skoki ed era nata in cattività. Anche se entrambi appartenevano alla stessa specie di orso bruno, provenivano da culture differenti. Khutzy non aveva mai provato la vita nella foresta, mentre Skoki era impegnato ad apprendere i segreti della vita in un ambiente protetto. Dopo alcune iniziali divergenze, hanno preso a spendere un sacco di tempo insieme, giocando come se fossero dei cuccioli. Nella foga del gioco c'erano molti sorrisi, risate a bocca aperta e buffe pantomime. Un giorno sono rimasta folgorata alla vista della testa di Khutzy letteralmente dentro le enormi fauci di Skoki. Skoki era accosciata con la bocca spalancata. Khutzy gli stava davanti con le zampe posteriori completamente distese e provava a ficcare tutta la testa nella sua bocca! Mi sono seduta a terra e in silenzio ho ammirato la scena.*

Khutzy trying to cram her entire head into Skoki's mouth at Calgary Zoo, Canada

L'orso gioca, anche se turbolento lo fa spesso silenziosamente. Gli orsi sorridono proprio come gli esseri umani, con tutti gli angoli della bocca, anche se lo fanno per ragioni che riguardano il proprio auto-compiacimento. Loro ridono come i gorilla, con la bocca spalancata, scrollando il capo come farebbero i Mappets di Jim Henson. La scena di Khutzy’s che infilava la sua testa nella bocca di Skoki veniva ripetuta più volte, intervallata da risate e sorrisi di entrambi gli orsi. Non avendo mai osservato questo comportamento prima in altri orsi con cui avevo lavorato, ho scattato foto e preso appunti. Mi meravigliava che Khutzy e Skoki avessero inventato questo loro gioco come per mantenere la pace. Skoki era quasi due volte Khutzi e se avesse voluto avrebbe potuto davvero farle del male. L'immagine potrebbe essere descritta come un rituale di fiducia reciproca che i due mettevano in atto:  Khutzy mostrava di fidarsi di Skoki ficcando la testa nelle sue fauci e Skoki ricambiava evitando di addentarla. È frustrante ma non riesco a spiegare questo comportamento.* 

Qualche anno più tardi allo zoo di Detroit, ho lavorato con Miggy, una femmina di orso nero americano di appena 8 mesi. Ritrovata nella foresta con il muso pieno di aculei di istrice, era stata portata dal veterinario del posto. Dopo che gli aculei furono rimossi, invece di verificare la possibilità di ricongiungerla con la madre che ancora era in zona, il cucciolo era stato affidato a un piccolo zoo che non era in grado di occuparsene. Successivamente Miggy è stata portata allo zoo di Detroit e io sono diventata la sua madre surrogata. Sapendo che Miggy aveva dei bisogni propri della sua specie da soddisfare, ho dovuto immedesimarmi nel ruolo di sua madre per insegnarle il comportamento sociale. Preparavamo e mangiavamo il cibo insieme, facevamo la lotta e riposavamo insieme. Ho provato a insegnarle come costruirsi una cuccia, rastrellando alla rinfusa le foglie per farci un giaciglio morbido e confortevole, e per farlo osservavo gli altri orsi. Queste lezioni terminavano immancabilmente con selvagge zuffe, foglie e paglia che finivano da tutte le part,i eccetto dove avrebbero dovuto stare. È stato nel corso di uno di questi incontri ravvicinati, quando a governare era la confusione, che Miggy ha provato a ficcare la sua testa nella mia bocca mentre io ridevo. All'inzio c'è riuscita perchè non mi ero accorta che ci stava provando. Lei è caduta all'indietro sulla paglia sghignazzando con la bocca aperta e ripetendo questo verso più volte. Ho provato ad anticipare il suo comportamento quando mi sono accorta che tornava alla carica, evitando che tentasse di infilare la sua testa nella mia bocca. Non che non volessi farla divertire, è solo che sapevo dove aveva messo il suo naso prima e non ero così entusiasta di averlo dentro la mia bocca! Lei ha ripetuto lo stesso comportamento un sacco di volte e sembrava davvero divertirsi da matti.*

Else Poulsin with Bear cub Miggy at Detroit Zoo

Mi sono sempre chiesta da dove potesse aver origine un simile comportamento, avendolo osservato in due diverse specie di orso, di entrambi i sessi e in gruppi di età diversa. Quando una madre accompagna il suo cucciolo a fare un giro nel loro habitat, il cucciolo le annusa frequentemente il respiro, presumibilmente per imparare cosa la madre sta mangiando ed emularla. Come tutto questo possa diventare un gioco o uno scherzo non lo so proprio. Si ritiene che l'umorismo sia un aspetto molto presente nella condivisione di esprerienze apprese come incongruenti e percepite come un elemento di sorpresa, una sorta di collante sociale. In breve, il senso dell'umorismo non è una faccenda per femminucce. È un comportamento complesso e richiede una considerevole capacità intellettiva e una notevole prontezza di riflessi. Largamente considerato come attitudine innata negli uomini, l'umorismo negli animali sta diventando argomento di studio per molti ricercatori. E il cosiddetto scherzo della testa dentro la bocca? Non lo so, ma sembrerebbe una cosa davvero divertente, se siete degli orsi.

Bear Expert Else Poulsen

La fondatrice di Animals Asia Jill Robinson sul comportamento scherzoso degli orsi

“Siamo in debito con Else per le sue ricerche e per averle condivise con noi qui. Crediamo fermamente che gli orsi siano dotati di senso dell'umorismo. Tutti i giorni ci fanno sorridere e siamo ispirati dalle "marachelle" degli orsi della luna, che non fanno solo ridere noi. Si può chiaramente osservare che anche gli orsi se la spassano.

A parte questo, riteniamo che gli orsi siano dotati di un'ampia gamma di emozioni, profonde esattamente come le nostre.

Ogni persona che si occupa degli animali potrà dirvi che i loro compagni possono esprimere una varietà di emozioni pressochè illimitata, ma forse impariamo a ignorare ciò che vediamo con i nostri stessi occhi quando guardiamo al mondo animale. Probabilemente anche perchè ci sentiamo colpevoli per le sofferenze che infliggiamo loro come specie, siamo portati a considerare solamente quelle scoperte che ci esonerano da ogni responsabilità nei loro confronti, non importa quanto controintuitivi possano sembrare questi dati.

Quando liberiamo e riabilitiamo gli orsi della luna, cominciamo a vedere le loro personalità emergere. Caratteri precedentemente ammutoliti dall'estrema sofferenza subita e dalla noia. Imparare a considerarsi animali è un passo importante per condividere i principi dell'animal welfare. Non si tratta solo di comprendere e credere che gli animali sono individui senzienti - ma di applicare questa considerazione a tutte le specie. Proprio come il nostro istinto ci ha sempre suggerito."


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