Sei parole che nascondono atteggiamenti crudeli

14 aprile 2015

Animal Voices

di David Neale, Direttore Animal Welfare di Animals Asia

Se il nostro compito è quello di offrire agli animali la vita e il rispetto che meritano, allora non è solo importante promuovere idee diverse ma anche utilizzare un altro linguaggio. 

Le parole possono avere una terribile influenza su di noi. La crudeltà può nascondersi dietro il linguaggio che usiamo. Senza ulteriori indicazioni su ciò che succede veramente – può essere molto semplice ignorare o trascurare la sofferenza inflitta.

La forza delle parole può pertanto condizionare la nostra prospettiva e i nostri valori - a partire dal mondo in cui accettiamo il modo in cui vengono trattati gli animnali.

1. Parassiti 2. Animali che infestano

Le parole "parassiti" e "infestatori" sono spesso utilizzate per riferirsi ad animali come i ratti. La società riconosce che queste parole hanno una connotazione negativa che si trasmette agli animali stessi. 

In questo modo però, vengono anche generalmente accettati brutali e inumani metodi di sterminio attraverso trappole e veleno - metodi che non riterremmo accettabili se utilizzati contro altre specie. Molte delle sostanze chimiche impiegate per uccidere i ratti distruggono l'apparato circolatorio, impedendo la coaugulazione del sangue. Grosse dosi di veleno possono danneggiare i vasi sanguigni causando la perdita di sangue e in ultimo la morte per emorragia interna.

Anche i ratti sono animali senzienti che possono soffire fisicamente e psicologicamente, proprio come ogni altra specie vievente. Le società in genere non accetterebbero l'impiego massiccio di veleno, che deliberatamente infligge indescrivibili sofferenze a milioni di individui, se le vittime fossero cani e gatti.

Rat

3. Abbattimento selettivo.

La parola "abbattimento" è utilizzata in riferimento a una popolazione di animali ritenuta troppo numerosa per l'ambiente in cui vive, oppure portatatrice di una malattia suscettibile di diffondersi nel resto del gruppo o colpire altri esemplari.

Il termine è sinonimo della paola "uccidere" e rappresenta un modo edulcorato per rendere la pratica politicamente e socialmente accettabile.

La cosa è particolarmente evidente durante le epidemie, quando i governi devono reagire prontamente per prevenire la propagazione della malattia che potrebbe anche uccidere vite umane.

In tali circostanze, i metodi di uccisione degli animali (persino seppellirli ancora vivi in qualche caso) sono spesso deplorevoli e generano aspre proteste morali per diverse ragioni. Per prevenire simili proteste, "uccidere" diventa "abbattere", per addolcire la pillola. Lo stesso processo subiscono nella maggior parte dei casi anche gli animali perfettamente in salute, uccisi solo perchè la loro vita ha poco o nessun valore per noi.

Happy Days

4. Animali in Agricoltura 5. Unità di Produzione 6. Perdite Economiche

Negli allevamenti intensivi gli animali sono spesso definiti "animali agricoli" e "unità di produzione", ognuno di essi con un valore economico per l'allevatore. L'uso della parola "agricolo" prima di "animale" aiuta a creare una distanza fra noi e gli individui che fanno parte di questo processo. 

Tutto ciò apre la strada alla considerazione delle perdite economiche quando occorre un decesso, perchè l'espressione "perdita economica" ci aiuta a creare un muro fra l'attività di allevamento degli animali - che avviene in condizioni deplorevoli -  e le svariate situazioni che possono causare sofferenza, dolore e morte.

Di seguito vi presentiamo un estratto della rivista online "The Poultry Site" - dicembre 2014:

"La mortalità nel branco di polli da carne rappresenta una perdita per chi li alleva e per chi vende integratori. Anche se la mortalità è un aspetto normale e quotidiano della produzione, gli allevatori dovrebbero adattare i programmi di gestione per ridurre nel complesso l'effetto sul branco. Un programma di abbattimento aggressivo precoce può migliorare l'uniformità del branco e le performance, provocando un minimo impatto negativo sulla trasformazione degli alimenti".

Le parole usate in questo paragrafo ci allontanano completamente dalla realtà - dal fatto che ci riferiamo a individui senzienti che provano dolore e soffrono di paura e stress. Questi esseri rappresentano un'industria che ha perso ogni valore morale verso i poveri individui che hanno avuto la sfortuna di nascere in questi luoghi.

Broileritila

Pensa al vero significato delle parole...

Noi tutti attribuiamo in maniera più o meno cosciente un valore morale a certe specie animali. Questa scala morale è utilizzata per giustificare le nostre azioni e modellare l'accettazione o la protesta contro l'uso che viene fatto degli animali in determinate situazioni.

Nel corso di questo processo di valutazione non dovremmo permettere che l'utilizzo dei termini sopra menzionati possa influenzarci. inducendoci ad accettare condizioni di benessere misere e che implicano sofferenza per le specie coinvolte, etichettate già dalla società come agenti infestanti e uccisi per ottenere un "raccolto sostenibile" o tenere sotto controllo lo "sviluppo di epidemie nella popolazione".

Nelle parole dello scrittore americano Matthew Scully:

"Se c'è il dolore di un animale - dì che è quello di un animale domestico - è un individuo reale e merita compassione, perchè la sofferenza è pressochè identica negli animali e significa la stessa cosa, non importa quali convenzioni linguistiche abbiamo adottato per limitare il nostro senso di empatia".

 


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