Non basta ancora l'iniziativa del Ringling

19 marzo 2015

di Dave Neale, Welfare Director di Animals Asia

L'annuncio che il famoso circo americano Ringling Bros manderà in pensione i suoi 13 elefanti asiatici, è una vittoria per tutti noi che conosciamo quali terribili abusi fisici e mentali si nascondono dietro le esibizioni nei circhi - ma tutto questo non è ovviamente abbastanza.

L'esposizione mediatica degli abusi sui quali si reggeva "il più grande spettacolo mondiale", ha tristemente rivelato che i piccoli elefanti venivano strappati brutalmente alle madri e sottoposti ad allenamenti violenti e massacranti.    Le immagini contenute nei filmati girati sotto copertura hanno svelato inequivocabilmente che quei mirabolanti numeri erano il risultato di frustate, percosse, ferite, praticati con pungoli e uncini affilati lontano da ogni riflettore.

Dato che si tratta del più famoso circo del mondo, il significato di un simile provvedimento non dovrebbe essere sottovalutato.

Dimostra che è in atto un radicale cambiamento nell'opinione pubblica americana, accompagnato dall'introduzione di sempre nuovi bandi a livello regionale con lo scopo di inibire quelle forme di sfruttamento praticate sugli elefanti da parte di questo e di altri circhi.

Il Ringling ha preso atto di questa trasformazione del suo pubblico, sempre meno favorevole alle performance degli animali negli spettacoli, e ha finalmente intrapreso un'azione appropriata.

La nuova prospettiva ha una portata globale e l'uso degli animali selvatici nei circhi è sempre più controverso in molti paesi. Ammontano a 19 gli Stati che hanno bandito gli show con gli animali selvatici e molti altri hanno introdotto moratorie su determinate specie.

Tuttavia, la marea non ha ancora prodotto una piena, dato che in qualche paese come la Cina è in corso un processo opposto, con l'espansione dei circhi e l'introduzione di sempre nuovi spettacoli che includono anche gli elefanti.

Quelli che sono alla ricerca di nuovi profitti derivanti dallo sfruttamento degli animali in mercati sempre nuovi, dovrebbero prendere d'esempio la decisione del Ringling, che chiaramente rappresenta un segno premonitore.

Animal Voices

Il passo verso il cambiamento sta diventando sempre più sostenuto e l'opinione pubblica dei paesi come la Cina non potrà che rivoltarsi contro questa industria in un futuro molto prossimo - come accade ora negli Stati Uniti. E quando questo accadrà, non ci saranno attività commerciali che troveranno conveniente sfruttare gli animali in maniera così evidente.

Per l'applicazione di un simile provvedimento dovremmo ancora starcene un po' al fresco. La fine degli spettacoli con elefanti al Ringling si farà attendere per tre anni, e per il momento nessuno si è ancora pronunciato sull'eventualità di sospendere le esibizioni che sfruttano altre specie.

Animali come le tigri è probabile che continuino a subire gli stessi abusi fino e oltre il 2018.

Certo, la decisione presa dal Ringling rappresenta un deciso passo in avanti, ma si tratta solo dell'inizio. Non è accettabile infliggere ad animali come le tigri quelle stesse crudeltà che ora abbiamo voluto evitare agli elefanti.

Il Ringling dovrebbe prendere atto della situazione - accettare di essere un'industria in declino perchè sempre più persone ora comprendono qual è la vera natura degli animali con i quali condividiamo questo pianeta, e voltano le spalle a chi invece pensa di sfruttarli per il proprio tornaconto.

La folla non vuole più vedere queste magnifiche creature sottostare al gioco dell'umana tirannia, reggersi sulle zampe posteriori e applaudire, o girare circolarmente in equilibrio su una zampa. Questi giochetti umiliano non solo gli animali ma anche coloro che trovano divertenti tali sofferenze.

La decisione del Ringling è benvenuta, ma occorre che si spingano oltre, mostrando al mondo intero che gli animali sono individui senzienti che meritano rispetto e libertà - e che il più famoso circo del mondo può essere un successo imprenditoriale anche senza infliggere sofferenze agli animali selvatici. Questo sarebbe qualcosa che sarei disposto a pagare per vedere.


INDIETRO